Seizure of Bitcoin: Sentence 1760/2025 Annuls the Evidentiary Seizure of Bitcoin Applied for Equivalence as Profit from the Crime

La Corte Suprema di Cassazione si è pronunciata su un ricorso proposto avverso una ordinanza emessa dal Tribunale del riesame di Firenze.

Con ordinanza del 14 Giugno 2024, il Tribunale di Firenze ha respinto il riesame cautelare proposto dal ricorrente avverso il decreto di convalida del sequestro emesso dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Firenze avente ad oggetto la somma di denaro pari a 120.638,20 euro quale controvalore al momento del trasferimento in euro del BTC.

Per la Suprema Corte la motivazione fornita dal Tribunale del riesame risulta insufficiente per quanto riguarda il presupposto della finalità probatoria, in relazione all’accertamento dei fatti.

La motivazione fornita dal tribunale del riesame appare incongruente, poiché, pur riconoscendo il nesso di derivazione tra l’oggetto del sequestro (bitcoin) e il reato, finisce per legittimare un sequestro probatorio del profitto del reato, non diretto ma per equivalente. Tale sequestro riguarda, infatti, un asset digitale sotto forma di valuta virtuale, che non svolge le funzioni tipiche della moneta a corso legale, né può essere utilizzata per effettuare pagamenti o estinguere debiti tributari verso l’erario. Inoltre, la valuta virtuale è soggetta a forti fluttuazioni di mercato, a differenza di una moneta legale, il che rende il sequestro difficilmente giustificabile .
https://i2.res.24o.it/pdf2010/S24/Documenti/2025/01/16/AllegatiPDF/P_1760_2025_SENTENZA.pdf